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Il progetto riguarda la realizzazione di un dispositivo diagnostico basato su un transistor ad effetto di campo a grafene (gFET) per il riconoscimento di biomarcatori, come esosomi e macromolecole biologiche per una diagnosi rapida, specifica e poco invasiva. A tal fine, verrà sfruttata una tecnologia innovativa e sviluppata recentemente presso i laboratori dell’Università Politecnica delle Marche che ha già dato risultati promettenti nella rilevazione del SARS-CoV-2. Se opportunamente funzionalizzato, il biosensore a grafene potrà essere utilizzato per il rilevamento di altri virus e di biomarcatori essenziali per la diagnosi precoce di differenti patologie come: cancro, malattie neurodegenerative e malattie autoimmuni. A tal proposito la “biopsia liquida”, ovvero l’analisi di biomolecole circolanti in fluidi corporei come il sangue, è considerata una tecnica rivoluzionaria in grado di migliorare ampiamente gli standard diagnostici, soprattutto per il monitoraggio e la prevenzione di malattie gravi con un alto tasso di mortalità. Lo scopo finale di questo progetto è quello di sviluppare una nuova piattaforma per la diagnosi precoce di diverse patologie, in grado di essere integrata all’interno dei macchinari di routine nei laboratori di analisi cliniche.